Giovanna Mulas e Gabriel Impaglione


Giovanna Mulas nasce nel 1969 a Nuoro. Scrittrice, poetessa, giornalista e pittrice, ha pubblicato, ad oggi, 27 libri tra sillogi poetiche, romanzi e saggi. Presente in centinaia di antologie internazionali con racconti e poesie. Pluri-accademica al merito, 60 primi premi letterari internazionali vinti tra i quali due premi alla cultura, due alla carriera, l'ultimo dei quali ricevuto a Taormina dall'Europclub e la Regione Sicilia. Giovanna Mulas è stata tradotta in 5 lingue ed è stata più volte nomination all’Accademia di Svezia per la letteratura per l’Italia. Membro onorario della GSA di Milano, dirige le riviste di letteratura Isola Nera (in lingua italiana) e Isola Niedda (in lingua sarda), diffuse nel mondo e consigliate UNESCO. Dal format originale in lingua spagnola Isla Negra fondato dal marito Gabriel Impaglione, poeta e giornalista argentino. Nel 2011 presenzia, ufficialmente per l'Italia e prima artista sarda nella storia dell'evento, al prestigioso Festival Internazionale di Poesia di Medellin, Colombia, primo d'importanza al mondo, Premio Nobel alternativo dal Parlamento di Svezia.

Canticum Praesagum, di Giovanna Mulas 
 
Sul cobalto crine
Del mare,
non s’ode una vela
e un’anima
ma il vagare inquieto
lento
delle ore
dei giorni.
Un petalo è il gabbiano,
caro amico mio
così trasporta l’ali
dov’è fiorito il cielo
il petalo si apre
e sussulta
è incerto
e cade.
Così come sbiadisce
Nel grigio
Quel cobalto, la mia età (fiorita)
Che scorsi appena un poco
Prima che affondassi
In tenero abbandono.
Ma il petalo
Del giglio nell’orto
Dei ricordi
Rimescola al conforto
Ampio cielo appena,
oh, appena scorto. 

 
Dalla Silloge Canticum Praesagum, ALI, 1998

 Lungomare
Facciata al lungomare
Le nubi vorrei
Tempestose e cineree
Mirare, mirare
Migrare
In rene irte, di pini
Gl’ardenti infranti
Silenzi e grevi
Tramonti nei venti
Tumultuosi, agitati e arcuati
Scorgo il baciare
E l’amplesso di onde, rocce
Gridato frinire
Ai monti ignari.
Dalla Silloge Come Le Foglie, ALI, 1998 


Dipinto dell'esimio Artista James Christensen


Malinconie
Rammento le ore
Dal timore pulite
E libere, e vere
Di accordi lasciati
Timori nei voli
Laggiù, scorgo i punti
Gli oscuri, i Bacchi più mesti
Malinconici graffi
Nel frusciar dè ventagli e 
Chimere sospinte COME
LE domande mie, estreme
Stremate, AmarImpotenti
Riarse; le FOGLIE furenti.

Dalla silloge Come le Foglie, ALI, 1998



Notte di San Lorenzo
di Giovanna Mulas 

 
I battelli, nella nebbia
Son bocche tristi, e cechi
Le rene come argenti
Di scrigni frantumati
Alimentano gli affetti
D’intangibili universi.

E Tu, Tu ancora

E il tuo volto che ritorna,
s’adagia sulla riva
di un immutato mare
né lo spumeggio dell’onde
ora io, si, ora
vogl’affondare.
Tratta da "A Silent Refuge (su locu mudu)",
Ed. El Taller Del Poeta, Spagna, 2003. 

Giovanna Mulas e Gabriel Impaglione

Dipinto dell'Artista Franklin Barrett



Alcuni giudizi critici su Giovanna Mulas


"Non a caso, e finalmente, candidata italiana al Nobel per la letteratura. ‘Lughe De Chelu (e Jenna de bentu)’ è il libro della maturità stilistica raggiunta, della luce personale scoperta, o forse solo ritrovata nella Sardegna Madre."
(H. Maensfield)
"E’ l’architettura narrativa il pregio più evidente del romanzo di Giovanna Mulas (Lughe De Chelu e jenna de bentu, n.d.r.). Il tempo che vi scorre, annodando la vita di tanti personaggi, è un fiume nelle cui acque passato presente e futuro si confondono, secondo la già collaudata teoria del flusso di coscienza bergsoniana. (…) Il dialetto come radice, integrità dell’io, affetto fondante. La sua cantilena è il ritmo della primordialità, visto che canta sulla bocca di streghe, così solidamente rievocate, che afferrano i segni del destino e li addomesticano dentro il sopore della formula e del rito oralmente tramandato."
(F. Alaimo)
 
"(…) La qualità di scrittura della Mulas: moderna, disinibita, ricca d’invenzioni verbali, con pagine descrittive splendide. Rivive il fascino della Sardegna, natura e umanità, anche attraverso la parlata del luogo (Lughe De chelu, n.d.r.), e insieme lo scavo psicologico; in tal modo lo stile plasma la materia linguistica con nuove soluzioni in un lessico oltremodo personale."
(L. Nanni)
"(…)E ora un’intuizione, non un’interpretazione: con questo libro (‘Lughe de Chelu e jenna de Bentu’ n.d.r.) la Mulas tocca vette alte, coraggiose. Affronta un rischio; quello di svelare interamente il sé.
Ma che altro è, la letteratura, se non affrontare i rischi della propria storia, della propria terra, del proprio linguaggio?"
(M. Ramirez)
 
"E’ talento. Talento allo stato puro.".
(U. Laversa – S. Wood)
 
"(…) S’impone fin dalle prime pagine con un testo dai forti contenuti emotivi, in cui viene privilegiato il lavoro di scavo e di analisi della personalità, sia pure mediato e reso narrativamente efficace da una costruzione romanzesca di grande effetto abilmente sorretta da dialoghi di notevole intensità"
(M. Attento)
"Se scrivere è regalare emozione Giovanna Mulas, con la potenza di scrittura che le è propria, ha vinto. C’inchiniamo davanti a lei, maestra di sensi.".
Aletti)
 
"(…)Uno stile secco, nervoso, a tratti scarno scandisce la distanza tra finzione e realtà, talvolta sovrapponendosi a sensazioni vaghe altre volte, le più riuscite, creando un’intercapedine ideale per meglio avvolgersi e lasciarsi cullare da una sottile, palpabile malinconia… ."
(V. Crociani Pedrino)
 
"(…) Ma chi è, in realtà, questa Giona Demura (‘Lughe de Chelu’, n.d.r.); coraggiosa, vera, maledetta madre e femmina sarda, se non l’essenza e la fisicità dell’autrice stessa?"
(G. Highland)
"(…)Lontana dagli eccessi della narrativa italiana più giovane, conoscitrice di stili nordici e occidentali resi con personale grazia e autonomia;(…) apre uno spaccato avvincente di vita e contemporaneità."
(G. Luongo Bartolini)
"(…)il nostro mondo iperconsumistico scoraggia la fantasia. Ma ancora, e per fortuna, esistono donne capaci non solo di leggere fiabe, ma anche d’inventarle.".
(M.R. Cutrufelli).
 
"(…) La Mulas, lo si capisce in fretta, non è alle prime armi. Ha un vero talento per l’invenzione narrativa, ama farsi prendere al laccio dai personaggi, adora creare dialoghi (punti di forza dei suoi libri) reali, diretti, in cui si sentono vibrare gli accenti di vere emozioni"
(B. Cerulli)