Claudio Moica


Claudio Moica è nato in Sardegna. Ventenne si trasferisce a Fi¬renze per tornare, dopo circa vent’anni, nella sua isola d’origine. Fonda l’associazione culturale “Suergiu uniti nella cultura” di cui è Presidente e come Direttore Artistico organizza la “Fiera del libro del Sulcis-Igle¬siente”. Affianca gli insegnanti delle Scuole Primarie nei laboratori di Scrittura Creativa. È stato Presidente di giuria e giurato in premi lette¬rari nazionali. Nel 2008 il Presidente della Repubblica Giorgio Napoli¬tano gli concede l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica Italiana per meriti socio-culturali. Nel 2010 la Croce Rossa Italiana gli conferisce la medaglia commemorativa “Per aver, con competenza e dedizione non comuni, contribuito a scrivere una delle pagine più epiche ed esaltanti della storia della C.R.I. Ha collaborato insieme a personaggi del mondo della cultura e politica nazionale alla stesura del libro patrocinato dalla Presidenza del Consiglio della Regione Sar¬degna Canne al vento in ricordo di Grazia Deledda. Vincitore di numerosi premi letterari nazionali, ha pubblicato i seguenti volumi di poesia: Vertigini di vita (Lampi di stampa, 2004); Oltre lo sguardo (Edizioni Il filo, 2005); Angoli nascosti (Edizioni Il Filo, 2008) e il romanzo Lasciati tradire (Albatros, 2010). 

Dipinto dell'esimia Artista Deborah Kotovsky
  La Tua Mano ( a mio padre ) 
di Claudio Moica

Quando non sono ancora le cinque
nel divano dove muoiono le speranze
ti sogno che sorridi al vento
ma il fulmine non dipinge le lacrime.

La falce ha graffiato il momento rimosso
quelle risa di chi corre senza fiato
giocano con i fruscii delle ali
il sorvolo per te che non ami il mare.

- Mi dispiace – quelle parole senza suono
mentre gli occhi increduli sanno di sale
le mani spente sciolgono il domani
e il tempo scivola nei cassetti antichi.

Scorro lento il tuo viso bianco
mi regali l’ultimo sangue caldo
quella smorfia ferma di dolore
ma non so fare il nodo alla cravatta.

Ti ho legato al cristo assopito
perché il giorno insistente spenga la notte
dondolo confuso tra sentieri annebbiati
è la tua mano che conduce il mio sguardo.


Dialogo
di Claudio Moica
E mi ritrovo qui, tra gigli e crisantemi,
a parlarti dell’ombra che hai lasciato
di come quest’autunno non cadono le foglie
immaginarti scalzo e con lo sguardo fisso.

Impegnato come sei a risuolare scarpe

ad ascoltare quei laureati che ti insegnano la vita
mentre in questo paese non nevica mai
e tu che ti inchini a chi può ancora dire domani.

Forse non basta cambiare l’acqua ai fiori

bisogna respirarla quest’aria silenziosa
dove il dolore si è fermato ansimante
restano le vostre foto a guardarci l’anima.

Tra un mese busserà impetuoso l’inverno

e se tremo probabilmente lo sento addosso
ma non dimentico il tuo incedere veloce
come fuggire dall’amara remissione. 

 
Il pescatore
L'avrei trovato in riva al mare
seduto sul suo solito scoglio
con lo sguardo rivolto all'orizzonte
a fissare le onde frementi.
Le mani strette a pugno
vissute in attesa di un tiepido sole
con l'anima che scorgeva l'ultimo volo
padrone del tempo mai goduto.
Pescatore di fragili vittorie
con reti sciupate di vita
odoranti di sonno eterno
simbolo di falso potere.
Sfuggenti gli occhi al richiamo del sale
attenti agli inviti di sirene
per rotte interminabili
preludio di sconfitte d'esistenza.
L'avrei trovato in riva al mare
padrone sommesso
del navigare pacifico
tormentato capitano nella bufera
privo di timone del senso.
Pescatore artista di sopravvivenza
in attesa del vento maestro
conducente senza urla
al limite del conosciuto.
L'avrei trovato in riva al mare
ma per pianto dell'impulso
ripudiato nella ragione. 
Vertigini di vita-Clicca Qui

Una raccolta di poesie da cui traspaiono tutte le emozioni, i colori, i sapori e i profumi di un'isola assolata: la Sardegna. Ma anche la Toscana, terra d'elezione dell'autore, lascia delle intense tracce in questi versi che si aprono a dolcezze inattese. Pablo Neruda è il poeta di riferimento di Moica che fa della memoria e del confronto con un presente spesso doloroso un tema dominante. La drammaticità incalzante non si chiude però in un pessimismo senza spiragli, ma lascia aperta la porta alla ricerca continua di una serenità perennemente ricercata.

Oltre lo sguardo
La poesia di Claudio Moica indaga il mondo da una prospettiva altra che lascia emergere e esprimersi le debolezze umane, in antitesi all’ipocrisia di una società dominata e falsata dai mass-media e da falsi rituali comportamentali. La parola poetica rappresenta la linea che segue e definisce l’incanto e la vitalità sprigionata dalla natura che, nella sua bellezza dirompente e incontenibile, custodisce il nucleo archetipico della vita. L’autore vive i mutamenti, i sentimenti, gli istanti di vita in assoluta simbiosi con la natura, i cui turbamenti s’infrangono nella sua carne non solo condividendo ma facendosi sostrato stesso delle sue esperienze personali. La sua anima è attraversata da un pensiero errante, che vaga alla ricerca continua di orizzonti lontani in cui la natura appare come spazio immenso e indefinibile in cui la solitudine fa ritorno come l’eco confuso dei ricordi, come il richiamo verso un altrove irraggiungibile in cui il passato trasla il futuro nel presente. I confini del viaggiatore sono labili, come quelli del tempo, il cui scorrere resta inciso per sempre nei faggi, nelle vallate, nei campi di solitudine, nell’albero del pero che appare come “il padrone del tempo”

(dalla prefazione)
Claudio Moica con il suo Reading “Dalle vertigini al volo” ha partecipato alla serata di Beneficenza in favore dell’associazione “Il Giardino di polpetta” che cura e soccorre animali malati e abbandonati per strada.