Edoardo Rospo Salzano

 Aurora
Una capriolata di colori si fa mediatrice con l'assoluto
Edoardo Rospo Salzano



La Poesia di Edoardo Rospo Salzano è un affresco d'Autore, trabocca di Essenza Antica, sempre Nuova: unisce e concorda il Trascendente con l'Uomo. E’ sinfonia soave, sfiora le corde dell’anima, fa vibrare il cuore, e lo immerge con finezza e grazia nella creazione, immensità quieta dell’Amore Imperscrutabile.
Eleonora Ruffo Giordani 


 
La piena libertà

Partecipo ad uno spirar di vento
lontano da prigioni
per rimescolare le mie carte
nel calore rischiarante.

Procedo vivente verso
la mia sorgente unica
che riscalda e custodisce
il mio cuore marino.

Ed una teofania arcaica
si erge a simbolo
d'amorosa follia
per ridonarmi la piena
libertà.


Come un’ape

Come un'ape
mi muovo nel mio motivo d'essere
omaggiando corolle
come teorie già superate.

Tappe continue
come strati che si sviluppano
tra leggi della fisica e mondi possibili.

Come un'ape
che si ostina nel suo capricciarsi
un po' confuso
vivo specchiandomi
nella rugiada del primo mattino
quasi ai limiti della corporeità.

Cerco di liberarmi dei limiti
pressanti
per ritrovarmi al di là dell'incredulità
che s'appoggia al mio animo. 


 Dipinto dell'esimio Artista David Jermann
 
Uno sguardo

Uno sguardo sull'acqua
cammino dell'imbrunire che scalda il mio cuore
nel sussurro di sapienze antiche.

Oltrepasso l'orizzonte
per farne un quadro d'autore
e fra sacro e profano
la fragilità dell'attimo si consuma
nella riflessione dell'anima.

Cantilena


Cantilena del vento
nello spazio il suo dominio
di sinfonie libere,
come la volontà
di vivere questi attimi
senza una parola di più.

Questo fluire di note silenti
si fa l'alba del giorno
si fa tempo di ritorno
di fiabe e di musici.

Intuisco allora l'ineffabilità
che mi fa concepire
il mio presente
come istante prolungato
all'infinito.


Specchiate da gocce

Nel silenzio intimo
gli sguardi dei fiori
s'incontrano specchiati
da gocce di brina.

E il tempo s'avvia
carezzevole e premuroso
all'inverno silente
preludio d'un
rinnovarsi incantato.

© E.R.

Primordiale

Nei palmi
il cuore
come l'acqua pulsante
d'una rigenerazione.

Avere l'ardire
d'abbandonarsi
all'incanto
inaspettato.

Mi riempie l'animo
il sogno magico
risucchiato
nel mio sé primordiale.

Eternità di un fiore

Sin dall'inizio
eri eternamente
nel pensiero divino
per distruggere
i muri dell'indifferenza.

Soltanto un fiore
risolve l'assioma
della realtà impenetrabile. 


© E.R.



  Dipinto dell'esimio Artista David Jermann
 
Un cavaliere antico

Un linguaggio segreto
celato nel fiore
che si fissa
come un profumo
d'aria rinnovata.

Seguendo lo stesso senso

allora mi libero
da quelle prigioni di forme
ed enti che nascondono
l'ordine del cuore.

Un cavaliere antico

è l'ultima nota spesa
per ritrovare la sacra dignità
di essere realtà incontestabile.


L’indugiare

Indugiare di fronte a questo mare irrecuperabile
di corniola indecifrabile
che mi sventaglia
il suo tempo compresso.

È un ascolto di preludi, odi e carmini

d'un noumeno che sceglie l'inestricabile
ricordo dell'infanzia.

Impastato dal sonno,

ovattato come un rimbambito,
mi sentivo come al primo cenno dell'alba
per giungere alla mia coesistenza intima
con il mio mare trascendente
bardo del tempo.

L’Angelo


Spogliato da sovrastrutture
e ridisegnato nei connotati della semplicità
si compie il volo d'un angelo
avvolto da una scia di stelle
che tramanda la sua storia
nei paesaggi eterei
lontano dalle promiscuità
ai confini del regno del caos.

L’io

Così le cose appaiono mutevoli
spesso ossimori incomprensibili
come quest'angolo di luce
che taglia la pietra di diamante.

L'io che muore rinasce

allora
nella verità
d'un poeta entusiasta.

Un fiore geniale


Solo di sfuggita
mi trapassa il vento,
un involucro di contenuti e parole
che si imprimono nel mio animo.

E' una casualità voluta

che mi risveglia nell'intuizione
del silenzio di questa notte lunare.

Che geniale quel fiore

che stimola la mia attenzione
sotto i raggi argentei
come l'angelo dei Cancelli segreti.

©. E.R.
 Il suo ultimo libro - Clicca Qui

Un breve estratto dell'introduzione:
Quando mi accinsi a scrivere questo saggio, ero formato da una lunga osservazione di fatti sociali, culturali e religiosi, in parte vissuti; il comune denominatore che riscontravo come costante, era che si tentasse insistentemente di condizionare il pensiero dell’uomo e di conseguenza la sua libertà. Pregevoli esperti ne discutono, producendo una saggistica di rilievo; gli autorevoli studi sull’intolleranza del Mereu, quelli del Blakar e del Watzlawick, sono da considerarsi tra i più interessanti.
Da parte mia ho cercato di introdurre sia un’analisi delle “novità” che sono state propagandate nel tessuto sociale da pseudo-filosofie, ampiamente inserite nelle acque tempestose dell’umanesimo ateistico, sia una valutazione di quegli aspetti meta-politici, che hanno voluto incorporare la cerca del Divino in una sorta di normativa immanente, per giungere ad imporre un concetto di libertà eguale, ingiusta e slegata dalla realtà trascendente.
D’altronde la generale perplessità nei confronti dell’uomo, ritenuto incapace di dare ascolto alla propria coscienza, vera sede paraclitea (come libertà da e non come libertà di), ha comportato la necessità di ”guidare” e correggere secondo gli schemi sociali dominanti e di opportunità per quel determinato periodo storico, talché si sono dimostrati conformi alla loro natura antitradizionale. Considerando questo aspetto come uno dei principali, possiamo osservare il tentativo di inquadrare l’umanità, in una radicale e coerente reinterpretazione dell’afflato e della tensione verso l’alto. Coloro che non si conformano, erano e sono tuttora emarginati come una plausibile minaccia per la società; ciò che in sociologia viene definita come devianza: il “giusto” senso di colpa da attribuire, in tale specifico caso, agli uomini liberi. Il condizionamento avviene naturalmente per l’inquinamento dei pensieri dovuto all’eresia nascosta, ma spesso è anche il prodotto deterministico della volontà di organizzazioni, che sono già condizionate a loro volta dalla rimozione culturale della conoscenza di Dio e della sua Provvidenza agente nella storia umana.
Su tali basi è palese che la solitudine in una società della comunicazione mediatica sia un controsenso, nonostante questa venga sommersa da simbolismi artificiali, che però, nel tempo, si rivelano insufficienti a fornire la base per una certezza interiore. Così l’uomo resta travolto nel suo essere “indefinito”, parte di un tutto sconosciuto che riflette la crisi della “modernità”. “Essi (gli uomini) restano disarmati, fino alla dimensione estrema, dell’inesorabile “solitudine del morente”.
All’interno della massa, allora il controllo diviene progressivamente più stretto e l’autorità, incapace di conquistare i cuori dei singoli, si fa il dittatore delle coscienze, con la finalità di dominare quanto il più possibile la vita ed il comportamento sociale dell’individuo, oramai non più persona ma parte di una massa.
La storia, tuttavia, ci ha insegnato che qualora un’autorità disponesse di vera leadership, questa sarebbe riconosciuta con facilità, perché la sua autorevolezza si manifesterebbe intimamente nell’ambito delle interconnessioni relazionali e della medesima comunicazione che tenderebbe, in tal caso, ad una sempre maggiore personalizzazione. Contrariamente, quando un’autorità non è in linea con la coscienza dell’uomo, ecco che la sua supremazia ha un tempo di vita effimero e lentamente rivela la propria inidoneità, perché la possibilità di relazionarsi con la società diminuisce; nel contempo aumenta il proprio isolamento, massificando sempre di più la comunicazione.
Mi sono sforzato di individuare e di analizzare tali fatti, senza i filtri delle ottusità, divulgate dal politically correct (linguaggio spurio che toglie forza sia alla volontà che alla verità) e ciò mi ha permesso di fare uso del classico buon senso, per esporre le questioni così come mi si presentavano. Mi sono reso conto come tale criterio avrebbe potuto crearmi una serie di criticità nel percorso di approfondimento, un po’ per l’aspettativa di ostracismo delle “caste” filosofiche e politiche “neo-giacobine”, ma allo stesso tempo mi dava licenza di osservare il cosiddetto mondo “moderno” tout court, come caratterizzato dall’essere senza né anima, né principi d’ordine superiore.
Ho inoltre cercato di mettere in luce come la condotta della Chiesa Petrina nella storia, sia stata in un certo senso la fonte alla quale attingere, per quelle “dottrine” che hanno applicato le metodiche più inflessibili per cercare di trasformare la società. Le forme di controllo e le suggestioni più ferree, sono state impiegate per forgiare l’uomo nuovo, atomizzato ed obbediente alle nuove leggi psichiche, che annullavano la possibilità di reagire. La devianza era contrastata per mezzo di un assiduo ed invadente controllo, molto simile alle tecniche inquisitorie ecclesiastiche. Un’opera strategica, satanicamente perfetta.
Le aperture dialoganti della Chiesa del ‘900, hanno in seguito, predisposto il terreno per coloro che poi sarebbero divenuti i suoi nemici più acerrimi, agendo internamente attraverso teologie filomarxiste o neo-gnostiche, e creando confusione e scontri intestini («il fumo di Satana è entrato in Vaticano» disse Paolo VI).
Il disordine spirituale, dovuto al contagio dottrinale degli “immortali principi” del 1789, ripresentati in una aggiornata veste neo-illuminista da parte di frange dell’intellighentsia della filosofia occidentale pongono la società Occidentale a riscoprirsi limes di incontro-scontro di civiltà sia interiore che esteriore. L’autocritica degli intellettuali “tuttologi”, e di conseguenza le continue e sempre nuove proposte in ambito filosofico non riescono a superare l’impasse dell’attuale modello spiritualista, scientista e neo-positivista, oramai parte del background culturale della popolazione. Ridare vigore ad una linea di recupero della Regalità Cristiana, quale fondamento perfezionato e perfezionante la libertà della persona, dovrebbe essere compito di una nuova elite autorevole, con finalità di una critica serrata al falso modello neo-illuminista (peraltro tale modello trascina con sé nuovi principi neo-positivisti, neo-razionalisti oltre alla messa in discussione del sacro, che è ridiscusso e riformulato modernizzandolo secondo criteri laicisti e pregiudizialmente anti-religiosi), tralasciando politiche di dialoghi perniciosi che indeboliscono e minano le basi stesse dell’azione correttiva. È necessario favorire la nascita di centri culturali, fondazioni, enti specializzati, onlus, finanziati da quei soggetti economico-politici, che hanno a cuore un cambiamento di rotta non solamente a livello sociale e delle condizioni di vita, ma sopratutto del livello spirituale e morale della società e dei singoli, proponendo una visione del mondo diversa ed opposta dall’attuale. Tutto ciò deve favorire la costruzione di una nuova classe dirigente inattaccabile dal veleno di dialoghi “filosofici” che mirano alla distruzione della società e che sia indifferente alle sirene del gramscismo politico.
In tale ambito gli interrogativi che si prospettano in rapporto alla libertà sono tali, nell’agire umano che la sua azione non può che esercitarsi che in maniera indiretta, sottile, seppur efficace, nell’influenzare gradualmente l’umanità, poiché operante a livello coscienziale